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A diffondere l'ulivo in tutta Italia, anche alle soglie delle Alpi, furono i romani; ma determinante in Veneto è stata l'azione dei dogi che, volendosi cautelare dalle mattane dei grandi produttori mediorientali, impiantarono questa pianta in tutte le zone favorevoli dell'entroterra. Oggi nel Vicentino, che rappresenta una delle stazioni più settentrionali della coltura, si contano oltre 40.000 piante, in prevalenza della varietà Frantoio, per una produzione di circa 500 quintali d'olio all'anno. Due le zone tipiche: le Colline Bassanesi e i Colli Berici, con fulcro rispettivamente a Pove del Grappa, che festeggia l'ulivo ai primi di aprile, e a Nanto, dove l'abbinata olio-tartufo tiene banco a metà luglio. La qualità del prodotto, stando anche alle analisi, è ottima: i colli e il pedemonte vicentino sono terra ideale per l'ulivo tant'è che solo di rado si fa ricorso a trattamenti antiparassitari.

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