Pedemontana e Colli

I Colli Berici ed il Lago di Fimon

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I Colli Berici, spesso chiamati "monti " a causa di alcune specifiche caratteristiche morfologiche, costituiscono una piccola cresta di roccia dal profilo dolce immediatamente a sud della città di Vicenza.
Posizionato centralmente rispetto ai Colli Euganei e ai Monti Lessini, queste colline affascinano e offrono al visitatore un mondo a parte, fuori dal tempo e nella natura incontaminata, non lontano dal centro palladiano. 

La cima più alta delle colline è toccata dal Monte Lungo con i suoi 445 metri, notevolmente inferiore rispetto all'euganeo  Monte Venda che supera i 600 metri. Le differenze tra i due gruppi risiedono anche nella forma delle colline e nella natura delle rocce: per gli Euganei la trachite mentre per i Berici il calcare.

Nei Colli Berici di Vicenza c'è anche una particolare differenza climatica con la pianura circostante: nel versante sud è possibile trovare una vegetazione di tipo mediterraneo, mentre nelle altre aree, si alternano verdi intensi ed alte pareti rocciose.

 
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È possibile scegliere tra numerosi percorsi naturalistici, in fitti boschi o lungo sentieri di campagna. Nel territorio di Arcugnano si può fare una passeggiata al Lago di Fimon, un piccolo trionfo di flora, fauna e storia. 
L'ambiente naturale del Lago di Fimon, arricchito di recente dalla Provincia di Vicenza, offre anche la possibilità di pesca. Il lago è raggiungibile attraverso la pista ciclabile che parte di fronte alla "Arco delle Scalette" nel centro di Vicenza. Oltre alla tradizionale passeggiata intorno al lago si può andare a fare trekking al lago da Lapio, Pianezze e Villabalzana.
 
Lungo la pista ciclabile della Riviera Berica si incontra a Mossano presso la ex fermata della Vaca Mora, un punto di ristoro per tutti i cicloturisti, dove avere un momento di relax e riposo, immerso nella verde pianura del Basso Vicentino. Qui si può leggere la storia del treno “vaca mora” e della “ littorina”, sorseggiando una bibita fresca o un cremoso gelato dell’artigianato vicentino. 
Le colline sono adatte alla coltivazione dei vigneti da cui provengono i vini rossi, Cabernet, Merlot, Tocai e Barbarano  e bianchi tra cui il tipico Garganego.

SCARICA I PERCORSI VI.BIKE - COLLI BERICI


Informazioni turistiche:
Dal 2016 è aperto a Barbarano l'ufficio turistico IAT mentre a Nanto ci si può rivolgere al consorzio  delle pro loco dei Colli Berici .
UFFICIO IAT BARBARANO VICENTINO
Piazza Roma, 37  36021 Barbarano Vicentino Tel. 0444 788335
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IL Lago di Fimon

Il Lago di Fimon, è uno dei più antichi d’Italia e uno dei pochi non bonificati. Le particolari caratteristiche che presenta il lago lo rendono assai interessante e fonte di continue scoperte e conoscenze, sia dal punto di vista ambientale e naturalistico che da quello storico e antropologico.

La sua formazione avvenne attraverso la chiusura della valle, avvenuta in età glaciale, a seguito dell’accumulo dei materiali dell’Astico e del Bacchiglione che, innalzando il livello del suolo, impedirono alle acque dell’area di Fimon di defluire nei fiumi.
E' il lago di Fimon è il più antico del Nord Italia:: Fimon invece ha una memoria datata alla penultima glaciazione (35.000 anni fa). Attraverso le stratificazioni si vedono i vari depositi dai quali si evincono altre informazioni, ad esempio la meteorologia attraverso cui è possibile studiare gli ambienti della preistoria.

Dal periodo neolitico (3700-3500 a.C.), sono stati rinvenuti interessanti resti di insediamenti a palafitta, studiati dal vicentino Paolo Lioy, (simili alle “terre mare”).
Sono stati ritrovati altri insediamenti risalenti ad epoche  successive. Al tempo dei romani erano presenti delle ville, organizzate come aziende agricole date in premio a soldati valorosi o come pensione. A Fimon finora è stato trovato solamente un reperto risalente a questo periodo, un embrice, ma non è mai stata condotta una campagna di scavo.
In epoca medioevale la valle era ricoperta di acqua, si riformò quel famoso “Gran

de Lago di Vicenza” (più volte citato nei vari documenti). Intorno al 1100-1200, il Comune di Vicenza fu proprietario del lago e del grande bosco dei Berici che lo attorniava. Ogni città si era creata uno spazio, chiamato “coltura” per le proprie esigenze. Le “colture” di Vicenza formavano un grande cerchio, all’interno del quale era presente questo grande bosco. Da quest’area erano esclusi i comuni rurali che in quel periodo sorsero attorno al lago. Nel 1204 Vicenza si impegna a restaurare la rosta che chiude la bocca della vallata di Longara in località Santa Croce. Sappiamo che al tempo nel lago“magnis piscibus abundare” ossia abbondavano grandi pesci.
Tra il 1350 e il 1400 si assistette ad un aumento della popolazione e ad un’evoluzione dell’economia. Il Comune di Vicenza non fu più interessato al suo bosco, restrinse le sue colture, lasciò fuori tutto il territorio di Arcugnano, tenendosi la zona di Monte Berico.

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Nel corso del ’300 tutta la zona fu sconvolta dall’impaludamento del lago. A questa situazione si arrivò sia a causa del cambiamento del clima, che alla vendita del bacino a privati nel 1337. In epoca veneziana il lago venne utilizzato più che altro come bacino ittico per Vicenza e l’interesse nei suoi confronti calò notevolmente, tanto che scarsi furono gli interventi messi in atto, se non una bonifica eseguita su richiesta dei vicini Comuni.
L’interesse di Vicenza nei confronti del lago riprese verso la metà del XIX secolo, grazie a degli studi portati avanti da Paolo Lioy. Nel secolo successivo, a partire dagli anni ’30, il capoluogo berico pensò di fare del lago di Fimon il “lido di Vicenza, intento portato avanti anche trent’anni dopo quando, tra il 1963 e il 1970, numerosi furono gli interventi che lo stravolsero, al fine di rendere più “turistica” l’area, senza la lungimiranza di preservarne l’equilibrio naturale.

Numerosi sono i progetti in fase di valutazione mirati alla valorizzazione del pregevole sito, unico nel suo genere. A
tal proposito si segnala il “Sentiero Archeologico-Didattico di Arcugnano”, un cammino di circa quattro ore tra viottoli e vicoli di campagna, utile per l’approfondimento del patrimonio archeologico delle Valli di Fimon. 
Nell’area di Fimon è molto varia la presenza di flora e fauna tipica delle zone umide. Ontani, salici e pioppi crescono in prossimità del lago mentre altre piante trovano habitat ideale nelle basse acque in prossimità della riva, dove troviamo la mazzasorda, la cannuccia di palude, ninfee e la rara castagna d’acqua. Cigni, gallinelle d’acqua, cannareccioni e tarabusini si muovono con disinvoltura tra i numerosi canneti. Per quanto riguarda la fauna ittica nel lago abbondano lucci, persici reali, tinche. Da qualche lustro si trovano anche siluri, abramidi e gamberi rossi, introdotti dall’uomo recentemente e che stanno creando seri problemi all’ambiente originario.

Lonigo, Villaga e la Terra Berica

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Uno scrigno di meraviglie concentrate in poche manciate di chilometri, ecco cos’è la Terra Berica.
Una colle zione di gemme rare e preziose, incastonate in un fondo inestimabile: il paesaggio Berico. Il grande protagonista di questo ambiente è la natura: prati verdi, alberi e boschi si alternano a vitigni e oliveti, in un susseguirsi di valli, colline, piccoli altopiani, ruscelli e canali.
Questo territorio si sviluppa subito a sud della Città di Vicenza, perla del Rinascimento, dichiarata Patrimonio Universale dell’Umanità dall’Unesco, grazie alle meraviglie immaginate da Palladio, che proprio nella Terra Berica ha costruito alcuni tra i suoi capolavori, come La Rotonda, Villa Pojana, Villa Pisani, Villa Saraceno. Tantissime sono le ville, di epoche diverse, che si possono ammirare in questo fazzoletto di terra, assieme a pregevoli esempi di arte rurale, eremi, chiesette, fontane.terra berica map
In aggiunta all’interesse artistico e culturale, i Colli sono luogo ideale per attività sportive ed escursionistiche, per il cicloturismo, trekking, arrampicata.
Anche la cucina in area Berica è raffinata e sopraffina, utilizzando e valorizzando i frutti che la generosa terra ci regala: prosciutto, tartufo, erbe spontanee, piselli, zucche, per non parlare poi dei vini e dei distillati, da sempre apprezzati dai suoi abitanti ed oggi esaltati da una raffinata ed eccellente offerta culinaria e vitivinicola.
Eccola la Terra Berica, ospitale e inaspettata, pronta a sorprendervi.

 

 

 

 

 

 
 

Lonigo

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LONIGO sorge tra i colli Berici ed è attraversata dal fiume Guà. Appare da lontano con un profilo inconfondibile, le sue forme sono tracciate da un'architettura storica: la Rocca Pisana, la Villa Giovannelli, la cupola del Duomo, il Torrione e il campanile della Chiesa Vecchia. Simboli di un passato da scoprire e ammirare.
Durante i secoli fu governata da Vicenza, Verona, Padova, dai Visconti, dalla Repubblica di Venezia. L’origine del nome della città non si conosce con precisione. Secondo alcuni storici il termine nella forma “Leonicus” risale in un atto notarile del X secolo; secondo altri il nome deriverebbe dalla costellazione del Leone, in quanto agosto sarebbe stato il mese della sua fondazione.
Lonigo fu sede di importanti casati come quello dei Pisani che commissionarono all’architetto Andrea Palladio la costruzione di Villa Pisani (1544) e nel 1556 fecero erigere Palazzo Pisani, nel cuore del paese, a cavallo delle mura scaligere poi abbattute. .
Sempre per volontà dei Pisani, fu edificata su un ameno colle, la Rocca Pisana (1576) su progetto dell’architetto Vincenzo Scamozzi, allievo del Palladio.
L’Ottocento fu un secolo di massimo splendore per il paese quando, grazie alla presenza dei Principi Giovannelli in Villa San Fermo, divenne la capitale del Basso Vicentino con i suoi teatri, l’Ippodromo per le corse dei cavalli e una vita culturale vivace e dinamica.
Lonigo è circondata da prestigiosi vigneti che le conferiscono il titolo di Città Internazionale del Vino, ospita la Cantina dei Colli Berici, ritenuta la più importante d’Europa.
Il 25 Marzo si festeggia l’antica fiera dei cavalli, risalente al 1496 da un incredibile episodio avvenuto presso il Santuario della Madonna dei Miracoli. Questa fiera è l’appuntamento più atteso dell’anno, un’ampia vetrina per tutti i settori, dalle macchine agricole all’artigianato, dalla pietra-arredo al giardinaggio.
Riveste particolare valore culturale e architettonico il Teatro Comunale “Giuseppe Verdi”, inaugurato nel 1892, un tipico esempio di teatro italiano con tre ordini di palchi e logge, caratterizzato da un’acustica perfetta per esecuzioni musicali. Lo stile Liberty e neoclassico degli stucchi predilige i toni del rosa, del verde oliva e del crema: l’illuminazione è resa elegante da campanule in vetro di Murano. Oltre all’arte e alla cultura, la città di Lonigo offre un’interessante ricchezza di specialità gastronomiche, i prodotti De.Co. (denominazione comunale) come il riso di Bagnolo, i piselli di Monticello, i salumi ed il mandorlato di Lonigo.
Una piccola città da visitare, conoscere e assaggiare! 

 

 

Villaga

Anticamente Villaga era chiamata col termine latino "Viraga", presente nel Regesto del 1262 e negli Statuti del 1275 e citato in vari documenti della seconda metà del secolo XIII. Secondo la tradizione, il toponimo deriva forse da "viridum", verde, riferito alla conca verde in cui si trova il paese, adagiato ai piedi dei Colli Berici.

Le origini di Villaga appaiono legate al periodo longobardo, confermate dalla dedicazione della chiesa parrocchiale a S. Michele Arcangelo. I Longobardi, infatti, riconoscevano nell'Arcangelo S. Michele armato il patrono del loro sentimento cavalleresco. Probabilmente Villaga venne fondata dopo che Vicenza divenne sede di uno dei 36 ducati del regno longobardo. In un documento del 1066 e in uno successivo del 1268, Villaga risulta compresa nella curia di Barbarano. La chiesa parrocchiale era infatti un'antica cappella della vicina pieve di Barbarano; più tardi divenne matrice della chiesa e parrocchia di Santa Lucia di Pozzolo.

Storicamente il Comune di Villaga nacque in seguito alle modifiche che riguardarono l'ordinamento del territorio vicentino a partire dal Duecento, epoca in cui venne smembrata la giurisdizione di Barbarano e furono creati i tre Comuni autonomi di Barbarano, Mossano e Villaga.

Fin dal secolo XIII i Conti Barbarano, antichi feudatari della Chiesa vicentina, avevano vasti possedimenti nella zona compresa tra Barbarano, Villaga e Sossano. Di questa nobile famiglia, tra le più antiche del Vicentino, rimane a Villaga il simbolo che tuttora lo contrassegna: lo stemma araldico, identico a quello degli antichi padroni, raffigurante il leone illeopardito con la coda biforcata e rampante di nero.

Nel territorio di Villaga possiamo annoverare anche la presenza significativa di ordini cavallereschi quali i Templari e i Cavalieri di Malta. Essi fondarono due ospizi, in soccorso dei pellegrini che, passando per la Riviera Berica, intendevano imbarcarsi a Venezia per raggiungere la Terrasanta o recarsi a Roma attraverso la via Romea e l'Appennino. E' certo infatti - come sostiene lo studioso Antonio Verlato - che a Villaga esistevano due "mansio" o ospedali, uno detto di S. Silvestro, presso l'omonima villa, con chiesetta verso la contrada di Noseo; l'altro, detto di S. Giovanni Decollato, un tempo esistente in località Motta, sopra le colline di Toara. Si può pertanto sostenere che tali istituzioni religiose siano sbocciate dalla capillare presenza dell'ordine benedettino nell'area del Basso Vicentino, fin da epoche precedenti al Mille.

Il Comune di Villaga ha istituito nel 2012 il registro delle denominazioni comunali a cui iscriverà a breve due prodotti: Il Rampuzzolo de Villaga e i Bisi de Pozzolo.

E' stato presentato ad ottobre 2020 Artenatura , un progetto che prevede l’apertura di un Museo a cielo aperto permanente dove si potrà, grazie al suo esclusivo Glamping, “abitare l’arte” ed immergersi nella natura dei Colli Berici.( il progetto)

Il sito turistico del comune per scoprire l'offerta del territorio, tra chiese e fontante, percorsi escursionistici e suggestioni:http://terredivillaga.it/

  

Scopri tutti gli altri comuni della Terra Berica

 

Montecchio Maggiore: i Castelli dell' Amore

 

I manieri medievali che si fronteggiano sui colli di Montecchio Maggiore riportano alla memoria la faida tra Capuleti e Montecchi e i due innamorati resi celebri da Shakespeare, ma nati dalla fantasia del vicentino Luigi da Porto che , si racconta, poteva ammirare i castelli distintamente dalla sua Villa di Montorso dove scrisse la tragica novella dei giovani amanti.

Il primo che si incontra salendo dal centro di Montecchio percorrendo via Salita Castelli è il castello della Villa, o di Romeo, eretto da Cangrande II della Scala nel 1354 e smantellato dai Veneziani nel 1514; ne restano la cinta muraria con il mastio e torre, che fanno da sfondo a rappresentazioni teatrali e manifestazioni estive.
A poche centinaia di metri di distanza, poco più in alto, si trova invece il castello della Bella Guardia, o di Giulietta, più scenografico grazie a un lavoro di ricostruzione che ha permesso tra l’altro di allestirvi un ristorante. la statua di Romeo, posizionata nel 2016 accoglie l'arrivo del visitatore al castello.

Ogni anno, il 1° maggio, "Montecchio Medievale"  attira migliaia di persone: una grande rievocazione storica ambientata al tempo di Romeo e Giulietta che ha luogo proprio tra i due castelli.  


LE PRIARE

In tempo di Natale, da anni, diventa "La vera dimora di Babbo Natale", iniziativa molto apprezzata così come le più spettrali e paurose proposte che ogni anno caratterizzano Halloween.


I MUSEI DI MONTECCHIO MAGGIORE

Il Museo delle Forze Armate 1914-1945
IL Museo di Archeologia e Scienze Naturali “G. Zannato”


COMPLESSO IPOGEO DELLE PRIARE
aperto, nella bella stagione, tutte le domeniche pomeriggio. info


CASTELLO DI ROMEO
aperto,nella bella stagione, ogni fine settimana info

 
PACCHETTI VISITE:
Singoli e gruppi possono visitare i nostri siti anche in un giorno diverso dalla domenica, previa prenotazione.
Pacchetto mezza giornata: Priare + Castello di Romeo + Villa Cordellina: per singoli e gruppi, attivo da marzo a ottobre (su prenotazione)
Pacchetto giornata intera: Priare + Castello di Romeo + Villa Cordellina + Fondazione Bisazza*: per singoli e gruppi, attivo da marzo a ottobre (su prenotazione)
  • Per maggiori informazioni  www.prolocoaltemontecchio.it
  • Per info e prenotazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o chiamare il numero: 340-0796224
    *Su richiesta si effettuano ccompagnamenti guidati anche al Museo Zannato (aperto al pubblico tutti i sabati pomeriggio e le domeniche, mattina e pomeriggio)

 

Thiene e dintorni

 THIENE

Thiene, vivace ed operosa cittadina di oltre 24.000 abitanti ha le sue origini in epoca romana. Nasce attorno ad un "castrum" e si trasforma, nel Medioevo, in castello di difesa del borgo arroccato attorno alla sua chiesa:la "Pieve di S. Maria". Nel 1281 viene scavata la "Roggia di Thiene" lungo le cui rive aprono bottega e case gli artigiani. Un castrum, un castello e la sua pieve, una via e una roggia, sono i punti fermi che hanno dato vita all'abitato di Thiene. La felice posizione geografica e la confluenza di strade importanti per i traffici del Veneto, e del Tirolo e oltre, hanno contribuito alla sempre piu' rilevante prosperita'.
Thiene entra a far parte della Repubblica Veneta nel 1404 dove trovera' quella sicurezza e quella pace utili allo sviluppo della sua economia e al diffondersi della cultura e delle arti. Mercati, da quello rurale del Medioevo a quello Franco del 1492 e quindi settimanale del lunedi, Fiere (di S.G. Battista e del terzo lunedi di ottobre) botteghe e magazzini, diventano il centro nevralgico degli affari della città e di un territorio sempre piu' ampio.
Gli esponenti di famiglie nobili vicentine e della borghesia mercantile, artigianale e delle libere professioni investono capitali nell'acquisto, bonifica ed irrigazione delle terre, nei commerci, nell'edilizia che mutera' ed arricchira' l'aspetto di vie, slarghi ed angoli suggestivi della città.
La vecchia Pieve di S. Maria ricostruisce la sua Chiesa, sorgono bellissime ville e palazzi con annesse cappelle private (Villa Porto-Colleoni-Thiene e Palazzo Cornaggia) eleganti dimore signorili, pregevoli opifici e fattorie.

COSA VEDERE

PIAZZA CHILESOTTI

Opera realizzata dell'Architetto Serlio tra il 1640 e il 1650; nella piazza vi sono la fontana con lo stemma della Citta' e la Torre civica.

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CASTELLO PORTO COLLEONI, ORA THIENE

 Principesca residenza, cinta da alte mura merlate, connota con la sua mole inconfondibile il profilo urbano del centro di Thiene. Si tratta di un unicum architettonico, dal momento che riassume in sé le caratteristiche gotiche del castello e del palazzo veneziano. Il risultato è un complesso ibrido, significativo della transizione che un secolo più tardi porterà alla nascita della villa palladiana. Il progetto si deve probabilmentea Domenico da Venezia, attivo a Vicenza dal 1448 al 1453 per la costruzione del Duomo e del Palazzo della Ragione. La fronte principale della villa presenta una loggia a cinque arcate leggermente ogivali, sopra la quale si aprono una pentafora e due monofore gotiche. Il prospetto si completa nelle due torri d’angolo, con merli e appariscenti comignoli alla veneziana. Oltreil colonnato d’accesso si sviluppa un grande atrio a T, forma ripetuta nella vasta sala al piano superiore. Al piano terreno una sala è interamente affrescata da Battista Zelotti (1526-1578) e Giovanni Antonio Fasolo(1530-1572), i due più importanti allievi di Paolo Veronese.

Tra le adiacenze spicca la scuderia, elegante lavoro della prima metà del Settecento, attribuito al Muttoni; per raffinatezza di forme e stato di conservazione è un esempio unico nel suo genere. Fuori dal recinto murato, di là dalla strada, sorge la graziosa  cappella gentilizia, eretta in forme gotiche nella prima metà del Quattrocento, con l’adiacente canonica.
La villa, di proprietà privata, ospita spesso manifestazioni culturali ed eventi. www.castellodithiene.it

 DUOMO

Edificio intitolato a S.Gaetano e risalente al 1300. Fu restaurato nel 1630, e proprio al periodo barocco si devono l' aspetto attuale, la cupola e alcuni arredi interni. Sede del Museo di Arte Sacra.
 
CHIESA DELLA NATIVITA’
Edificio della fine del XV sec.. All'interno sono visibili tele, affreschi, sculture ed un sarcofago della stessa epoca.

TEATRO
Realizzato nel 1905, e' un mirabile esempio del Liberty italiano. 

SANTUARIO-CONVENTO MADONNA DELL’OLMO
Risalente al 1530 e restaurato nel 1954. Conserva tele, affreschi, sculture e mosaici. Di interesse e' anche il Chiostro.

VILLA CHILESOTTI FABRIS
Villa della fine del 1700, con affreschi e sculture. Nel parco, fontane della stessa epoca. Attualmente la Villa è sede della Scuola Europea di Restauro.
 

IL MERCATO FRANCO DEL 1492 A THIENE

La tradizione mercantile di Thiene ha antiche origini, se pensiamo che citazioni storiche riferiscono che gia' nel 1259 numerose persone affluivano in città al mercato settimanale. Fu pero' nel 1492 che, per meriti ottenuti sul campo di battaglia di Rovereto, venne concessa dalla Repubblica di Venezia la qualifica di "Mercato Franco" cio' consentì un notevole incremento delle contrattazioni.
Ogni due anni, il primo sabato di ottobre, a ricordo della concessione, viene celebrata, con profondo entusiasmo, una realistica rievocazione storica che prese avvio nel 1992 per celebrare i 500 anni dell'avvenimento. Invece, dal 1997, ogni prima domenica di ottobre viene allestito un Mercato Franco del 1492. I cittadini di Thiene e della zona circostante sono coinvolti con un misto di impegno e divertimento; in tale ricorrenza vengono riproposti gesti e sapori antichi, rivitalizzate usanze dimenticate e recuperate vecchie ricette. I figuranti indossano ricercati abiti rinascimentali ideati e realizzati dalle sarte "volontarie" del Laboratorio della Rievocazione Storica coordinato dalla Pro Thiene. Per poter fare acquisti, agli ingressi del Mercato le monete correnti dovranno essere convertite ai banchi dei cambiavalute con le "colombine", antiche monete della "Terra di Thiene".
Un appuntamento con la storia, le tradizioni ed il folklore, che mette in scena ed esalta le radici imprenditoriali di questa "Terra" assicurando al visitatore un magico ritorno alle origini.
Prima settimana di ottobre, Rievocazione storica e mercato rinascimentale. Info: PRO THIENE tel. 0445 369544 - Comune tel. 0445 804906 link


NEI DINTORNI

 

Lonedo di Lugo

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“In Lonedo luogo del Vicentino è la Fabrica del Signor
Girolamo de’ Godi posta sopra un colle di bellissima
vista e, a canto un fiume che serve per Peschiera.”
(da “Il Secondo Libro dell’Architettura di A. Palladio”)

Villa Godi-Malinverni è la prima Villa realizzata dal Palladio. 
Andrea ha 29 anni e da 14 lavora nella bottega di Girolamo Pittoni e Giacomo da Porlezza; dopo un lungo tirocinio, probabilmente ricopre la figura di specialista della progettazione architettonica. L’incontro con Giangiorgio Trissino, l’umanista che farà di lui un vero architetto, è di questi anni e le linee dell’edificio sembrano confermare il salto di qualità nella sua concezione artistica. L’importanza dell’opera che intreccia la sua storia in modo romanzesco con la vicina villa Piovene, è confermata dall’inclusione ne “I Quattro Libri  dell’Architettura”, che il Palladio darà alle stampe trent’anni più tardi, nel 1570. Al giovane architetto si devono anche l’impostazione del retrostante giardino a emiciclo e il disegno della splendida vera da pozzo al suo centro. Bellissima la vista. La villa spicca anche per la decorazione affrescata a soggetto mitologico, realizzata nei decenni successivi. Al valore architettonico la villa aggiunge l’interesse di un museo di fossili con sorprendenti reperti di provenienza locale, tra i quali una palma lunga 9 metri. Interessante la visita alle cucine, uno degli esempi più rappresentativi della concezione di Palladio della localizzazione dei vani di servizio.
Una curiosità storica: durante la prima Guerra mondiale la villa fu sede del comando delle truppe inglesi impegnate sul fronte dell’Altopiano di Asiago. Tra i
motivi di notorietà di villa Godi va incluso il suo impiego come set di un celebre film degli anni Cinquanta, Senso, girato da Luchino Visconti con Alida Valli e
Massimo Girotti.
La villa è aperta alle visite e sede di congressi, eventi culturali e mondani. Nella barchessa è allestito il ristorante «Torchio Antico».
 
Villa Piovene Porto Godi, costruita attorno al 1514 ed attribuita al Palladio. Monumento incluso nella World Heritage List dell'UNESCO.
 Nel 1539 Andrea ha 31 anni, due anni prima aveva firmato il progetto di villa Godi, che sorge a poche centinaia di metri di distanza, e questo è il principale argomento a sostegno della sua partecipazione al secondo cantiere di villa Piovene Porto Godi. I due edifici vengono costruiti in una sorta di gara tra le due famiglie, che tra l’altro avrà un epilogo luttuoso con l’omicidio di uno dei contendenti. Contemporaneità ed anche la concorrenza tra committenti, tuttavia, depongono a favore dell’ipotesi di un unico progettista. Villa Piovene non risulta inserita ne “I Quattro Libri dell’Architettura”, l’opera data alle stampe dal Palladio nel 1570 per tramandare ai posteri la sua concezione artistica, ma questa esclusione non è  articolarmente significativa perchè anche altri edifici a lui sicuramente attribuibili non rientrano nella pubblicazione. L’incertezza può trovare motivazione nelle modifiche progettuali forse subentrate durante la costruzione, avvenuta in tre fasi lungo un arco temporale di cinquant’anni.
Il colpo d’occhio, alesemente diverso, si deve invece all’aggiunta settecentesca delle barchesse e della scenografica scalinata che asseconda la pendenza del giardino. Attorno alla villa si stende un suggestivo parco romantico, che offre splendide vedute tutt’intorno.
 

Sarcedo

Villa Capra Bassani fu fatta realizzare nel corso del sec. XVII da Orazio Claudio Capra secondo i canoni del Neoclassicismo, ricalcando quindi i modelli palladiani. La villa, eretta nel 1770, appare maestosa su un’alta scalea sullo fondo del giardino all’italiana, preceduto da una peschiera.
L’edificio risulta composto da un corpo anteriore, che ingloba il pronao ionico a tre intercolumni, con timpano e statue sul coronamento, e da un corpo posteriore a pianta simmetrica, con grande salone trasversale preceduto da un vestibolo. Interessante è la rivisitazione degli schemi palladiani, sia nell’organizzazione dei volumi che nell’organizzazione interna . 

 

 

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