VIRTUAL TOUR OF THE CHURCH OF SANTA CORONA
The Church of Santa Corona, founded in 1270 and the fulcrum of a Dominican monastic complex is undoubtedly worthy to be visited. The Latin cross church was built to protect the relic of the Santa Spina donated in 1259 by Luigi IX, king of France, to the bishop Bartolomeo da Breganze, and displayed to the public on Good Friday. Moreover, in this Church, Andrea Palladio was buried in 1580. But, in the mid-1800s the remains were moved to the Memorial of the main cemetery where they rest the "illustrious people of Vicenza". Characteristic is the façade with a gabled shape, which recalls the Po Valley "wind" motif.
The inside, austere and solemn, has three naves, with presbytery designed in 1480 by Lorenzo da Bologna. From the right-side door of the crypt you enter the Valmarana chapel, designed by Palladio in 1576. The artistic heritage is very noteworthy, with some very prominent works: in the third chapel on the right, “Adorazione dei Magi” painted by Paolo Veronese in 1573; in the chapel at the end of the right nave, “I Santi Pietro e Paolo e Pio V adorano Maria”, juvenile masterwork by the venetian Giovan Battista Pittoni (1723); in the fifth altar of the left nave, “Battesimo di Cristo", mature masterwork by the venetian Giovanni Bellini (1427-1516).
The magnificent complex of the main altar is decorated with from polychrome inlays of fine marble, lapis lazuli, coral, carnelian and mother of pearl. The Dominicans were driven away following the Napoleonic suppressions, in 1810 the propriety passed to the Municipality of Vicenza and today it is inserted in the circuit of the Musei Civici (€ 3.00 – Ticket office at IAT or in basilica palladiana).
The adjacent convent is now used as an archaeological-naturalistic museum.
Beato Bartolomeo of Breganze (Breganze 1200 – Vicenza 1270).
Born in the ancient and well-known family of Breganze, since he was very young, he chose the life of the preacher in the Dominican order attracting many vocations. He was highly esteemed by the Popes of the time, Gregorio IX and Innocenzo IV, who appointed him Bishop in 1253. Two years later he was sent to Vicenza to Pope Alessandro IV, but he had to move first to England and then to Paris to walk away from Ezzelino da Romano. The king Luigi XIV wanted to meet him and, grateful for the consolation he received in Terra Santa during the crusades, he gave him a thorn of the Holy Crown of Jesus Christ. Come back to Vicenza with the precious relic, he built a Dominican convent and the Church called Santa Corona, that still today contains the precious gift and the rests of the Blessed. Pope Pio VI beatified Bartolomeo da Breganze on the 11th of September, 1793.
The reliquary of the Sacra Spina, among the most ancient and precious sacred goldsmith works existing today in Vicenza, is displayed at the Diocesan Museum.
VIRTUAL TOUR OF THE CHURCH OF SANTA CORONA
3 ottobre 2023, CORRIERE DEL VENETO
Vicenza, i tesori della chiesa di Santa Corona si svelano con innovazione e droni
di Camilla Gargioni LINK
Non sembra nemmeno di essere in un percorso virtuale. Perché, di fatto, non è una semplice riproduzione di quelle che si possono sperimentare navigando su Google Maps. Il virtual tour della chiesa di Santa Corona a Vicenza è stato realizzato con tecnologie che, di solito, si usano in ambito tecnico edile. Dietro al virtual tour, che è perfino sbarcato alla Mostra del Cinema di Venezia all’Excelsior nel panel delle produzioni della Vicenza Film Commission, c’è Alessandro Meggiolan, geometra e – come si autodefinisce – «dronista».
Il dipinto più bello del mondo
«Non sono un regista nel vero senso del termine – spiega Meggiolan – Sono un tecnico, da sempre appassionato di tecnologia e del territorio. Ho incominciato ad avventurarmi nel mondo dei droni nel 2014». Inizialmente, infatti, Meggiolan ha usato i droni solo in ambito tecnico: da lì, è nata una vera e propria passione, fino al virtual tour della chiesa di Santa Corona, iniziata nel 1261. Il tour permette di «visitare» la chiesa a partire dall’esterno, fino a riprodurne ogni particolare all’interno: soprattutto, l’imponente «Battesimo di Cristo» di Giovanni Bellini, realizzato all’inizio del 1500, che è stato definito dal critico e sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi come il «quadro più bello che si possa trovare in Italia».
«Il virtual tour non funziona come Google Maps, in cui bisogna utilizzare un cursore – specifica ancora Meggiolan – Gli elementi non sono semplicemente foto panoramiche, ma sono modelli tridimensionali, compresa la tela del Bellini».
Turismo e arricchimento del patrimonio culturale
Si potranno anche avviare, durante la navigazione, approfondimenti del complesso religioso di Santa Corona su ogni ambientazione sia all’interno sia all’esterno, quindi anche gli annessi chiostri. Il video è visibile online già da qualche giorno: il fine, però, non è solamente quello di promozione turistica. «Al di là dell’esperienza, se mai la chiesa dovesse avere un problema, subire un danno magari provocato da una scossa di terremoto, grazie a questo lavoro si potrebbe ricostruire con accuratezza – afferma Carla Padovan, direttrice del consorzio di promozione turistica Vicenza è – Non è una semplice opportunità di scoperta, ma un arricchimento per il nostro patrimonio culturale».
TVA VICENZA, 17.11:
VICENZA. SGARBI SHOW. Vittorio Sgarbi non ha dubbi, la chiesa di Santa Corona è il grande trionfo dell’inizio del Rinascimento e chi non la visita è una capra. Diamante prezioso il Battesimo di Cristo, la pala del grande pittore Giovanni Bellini. Per lui, tra i dipinti più belli d’Italia. E oggi Vicenza riparte da qui. Dal suo gioiello più nascosto. Diventerà un vero e proprio attrattore turistico attraverso un percorso di valorizzazione promosso da “Vicenza è” e dal comune.
IL GIORNALE DI VICENZA,18.11:
Sgarbi e il "Battesimo" «Il quadro più bello»
Parterre delle grandi occasioni nella chiesa di Santa Corona per la lectiodi Vittorio Sgarbi sul Battesimo di Cristo del Bellini, recentemente restaurato, che sarà al centro di un progetto di valorizzazione turistica inuna sinergia tra Comune e Consorzio Vicenzaè. Il critico d'arte l'hadefinito «il quadro più bello del mondo». Ma soprattutto il quadro dellasua vita, della sua formazione, raccontato alternando ricordi personali eriferimenti artistici e culturali. Sgarbi arrivò ventiquattrenne a Vicenza,fresco vincitore di un concorso per la Sovrintendenza del Veneto,trovandosi davanti personaggi del calibro di Renato Cevese, che gliappariva dice - come a Goethe nel suo viaggio in Italia dovetteroapparirgli gli accademici olimpici - fermo e orgoglioso, conservatore,artisticamente parlando. Poi l'idea che li avvicinò: allestire per lecelebrazioni del Palladio una mostra sui pittori del suo tempo, proprionella Chiesa di Santa Corona, dove inizia effettivamente la preparazione,anche grazie all'aiuto pratico del padre e dove quindi avviene il primoincontro col dipinto del Bellini. Poi gli sforzi per ottenere il primo finanziamento per il restauro e gli incontri che ciconducono attraverso la Vicenza dei decenni passati: Neri Pozza, Ferdinando Bandini, Giustino Valmarana. Si coglie in luiun senso di malinconia, Sgarbi appare un po' più disarmato del solito: vuole vedere in questa sua visita, per lui 71enne,una coincidenza, un segno, per il fatto che l'opera è stata realizzata proprio da un Bellini della stessa età, nella parte finaledella sua vita, questa corrispondenza lo riempie di emozione. «Per me questo dipinto ha sempre avuto un'attrazionemagica - dice - qui ritrovo Dio nella natura, anzi Dio è la natura, è la potenza della sua creazione, quasi come se il Bellinigiunto alla fine della sua esistenza, avesse trovato una sorta di purificazione, quasi un trattato di filosofia che vuol dare unsenso al secolo che stava nascendo, il Cinquecento di Michelangelo e Raffaello». Il capolavoro del Bellini sarà oggetto,come detto, di un'operazione di promozione, che, hanno spiegato Carla Padovan e Vladimiro Riva, del consorzio Vicenzaè, si concretizzerà, anche grazie al sostegno del Funt, il Fondo unico nazionale per il turismo, in un percorso attraversoformazione degli operatori turistici, coinvolgimento di tour operator, della stampa specializzata in Italia e all'estero con de ipress tours, nonché la produzione di materiali divulgativi tradizionali e innovativi, come il già esistente virtual tour della chiesa di Santa Corona.
IL CORRIERE DEL VENETO,18.11
VICENZA C’erano tre ex sindaci di Vicenza, Enrico Hüllweck, Achille Variati e Francesco Rucco, oltre all’attuale, Giacomo Possamai, ad accogliere ieri mattina, nella chiesa di Santa Corona, Vittorio Sgarbi, invitato dal consigliere delegato del consorzio di promozione turistica Vicenzaè Vladimiro Riva, a presentare «Il Battesimo di Cristo» di Giovanni Bellini.
Capolavoro cinquecentesco recentemente restaurato, al centro di un progetto turistico di valorizzazione voluto da Vicenzaè e avviato durante l‘amministrazione Rucco, che lo ha finanziato assieme al ministero per il turismo. Elemento, questo – come sottolineato dallo stesso Riva durante il suo intervento di saluto all’«amico Vittorio e non al sottosegretario» – auspicabilmente non d’intralcio: «Perché l’obiettivo di portare Vicenza alla pari delle
altre più importanti città del Veneto e d’Italia quanto a flussi turistici, deve essere comune a tutti». Va detto, che le azioni di valorizzazione, sensibilizzazione e comunicazione (illustrate da Carla Padovan, segretario generale di Vicenzaè), messe a punto partendo da due capolavori assoluti della storia dell’arte universale, il «Battesimo» di Bellini e l’«Ultima cena in casa di San Gregorio Magno» di Paolo Veronese, anch’esso da poco restaurato e presentato, ancora una volta con Sgarbi al santuario di Monte Berico, fanno parte di un itinerario rinascimentale che vede naturalmente coinvolto il padre delle architetture vicentine, che fanno di Vicenza la città di Andrea Palladio. Proprio a lui ha fatto riferimento Sgarbi ricordando che, fresco di nomina di Ispettore a Vicenza della Soprintendenza del Veneto, nel 1974 scelse proprio il Tempio di Santa Corona per organizzare una mostra su Palladio e la Maniera, anche con l’intento di far conoscere i capolavori contenuti in questa chiesa, di proprietà comunale ma aperta al culto. Riuscendo così a reperire anche i fondi (80 milioni di lire) per il primo restauro dell’altare e del dipinto dedicato a San Giovanni Battista (nel 1978), voluto da Battista Graziani Garzadori, quale ex voto per il suo ritorno incolume da un viaggio in Terra Santa.
Molteplici i particolari sottolineati da Sgarbi per esaltare l’architettura e la magnificenza di ogni singolo componente dell’altare: «Che esprime potenza e lusso, in maniera quasi vanitosa – spiega -, ma dei quali il dipinto può fare a meno, quanto è altrettanto potente nella sua semplicità e linearità». Ricordando, a tal proposito, le discussioni con Neri Pozza, con il quale concordava sul fatto che le rive del Giordano, luogo del battesimo di Cristo, altro non erano per Bellini (da lui definito il Raffaello veneziano) che i colli che sovrastano il lago di Fimon. «L’estrema sintesi di ciò che esprime questo dipinto, tra i più belli che si possano ammirare in Italia – conclude Sgarbi, riprendendo una sua stessa citazione –, la si ritrova nella frase “Deus sive natura” (Dio, ossia la natura, ndr). Per questo non si può venire a Vicenza senza entrare nella chiesa di Santa Corona». Frase, che già di per sé potrebbe costituire la prima azione di comunicazione per chi si occuperà di valorizzare questo, che è solo uno dei tesori della città.
Mauro Della Valle ©Corriere del Veneto